22 marzo 2012

Ennio Flaiano, il personaggio






altezza: basso per essere un europeo, normale come italiano
capelli scuri, corti, taglio morbido,
appesantito al punto vita, segno di vita sedentaria
carnagione olivastra, baffi corti, occhiali con la montatura nera quadrata
viso ovale, occhiaie scure come di chi dorme poco,
tipo italiano
veste abiti maschili tonalità blu grigio, ha cravatte colorate
occhi scuri, sguardo attento, curioso, divertito
pigro, flemmatico, malinconico, lento, lettore, ama le domeniche e le notti, il suono delle campane, fumatore, consumatore di caffè, abituato alle redazioni molto fumose
mani bianche, dita un po' grosse

EF la mattina del 16 giugno avrebbe voluto dormire, dopo aver passato la notte sulle ultime pagine della sceneggiatura. Ma si sentiva stanco. Era domenica, e dalle finestre aperte giungeva il suono delle campane. EF era seduto sulla sedia, davanti alla scrivania, immobile fissava il pacco di fogli dattiloscritti e ordinatamente impilati dalla pagina 1 alla pagina 386. Avrebbe potuto alzarsi, abbassare le tapparelle, stendersi sul divano, allungare i piedi sul tavolino basso, e riposare. Ma il solo pensiero della sequenza di gesti che avrebbe dovuto fare, lo tratteneva.
Il lavoro era finito, e come spesso gli accadeva, non provava la piacevole soddisfazione che accompagna il compimento, ma un senso di svuotamento e di inanità. Lo sguardo gli cadde sul frontespizio, dove la parola “dolce” era stata sottolineata, non da lui certo, e non ricordava nemmeno chi lo avesse fatto. Quella parola all'improvviso gli parve un terribile equivoco. Allungò lentamente la mano al portapenne e prese con due dita una matita blu. Cancellò “dolce” con un grosso tratto blu.

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