21 marzo 2012

Il gatto grigio



Il gatto grigio ama il sole. Come tutti i gatti passa molto tempo disteso in un angolo soleggiato, ma a differenza degli altri che a un certo punto se ne vanno per mangiare o farsi un giro, lui resta placido, senza muovere un baffo fino a quando l'angolo cade nell'ombra della sera. Le sue giornate trascorrono felici, e la sua pelliccia assorbe i raggi solari ogni giorno più intensamente, tanto che ha acquistato una luminescenza dorata che si può percepire di notte. Gli altri gatti lo lasciano in disparte per questo, temono la strana luce fioca che il gatto emana al buio, e che impallidisce al sorgere del giorno.
Col tempo il pelo del gatto grigio ha imparato a trattenere una gran quantità di fotoni, che ondeggiano su e giù dalla coda alla punta del muso in tutti i colori dello spettro. E' diventato un fenomeno d'attrazione, e i gatti del circondario, tenendosi a debita distanza, si divertono come matti a guardare la sua pelliccia colorata da un tenue arcobaleno.
Placido, il gatto grigio un giorno capisce che quello non è più il posto per lui. e decide di andarsene, senza fuggire. Aspetta sdraiato nel suo angolo soleggiato, stando bene aperto a riempirsi di fotoni, mangiarli come una ciotola fresca di cibo.
Ad occhi socchiusi guarda verso il sole. Tra le sue ciglia il giallo diventa arancione, e il rosso passa al verde, e il blu e l'indaco gli cadono dentro a cascatella come acqua limpida. Qualcosa  cambia nella sua materia, fasci di fotoni lo avvolgono in un vortice cangiante, e non solo il pelo, ma anche il naso, le orecchie, le zampe, diventano punti scintillanti. Il grigio è finito. Il gatto solare viaggia, leggerissimo.

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